Radiologia senologica avamposto della prevenzione e della lotta al tumore della mammella
Radiologia senologica avamposto della prevenzione e della lotta al tumore della mammella
04 settembre 2025
Comunicato stampa
Nel 2024 quasi 8.500 mammografie per i programmi di screening e oltre 36.00 prestazioni diagnostiche complessive
Il carcinoma mammario è il tumore femminile più frequente: rappresenta il 30% di tutti i tumori delle donne. Si prevede che l’incremento di nuove diagnosi di tumore della mammella sia dello 0,2% ogni anno. In provincia di Lodi su circa 240.000 residenti ogni anno poco più di 250 persone, soprattutto donne ma anche alcuni uomini, sviluppano un tumore al seno (la stragrande maggioranza si è rivolto alle strutture dell’ASST di Lodi).
Malgrado questi numeri che segnalano una forte incidenza si deve rilevare un significativo indice di sopravvivenza. È dagli anni ’90 che si osserva una tendenza alla diminuzione della mortalità per carcinoma mammario (-0,8% all’anno) attribuibile ad una maggiore diffusione dei programmi di diagnosi precoce (fra essi lo screening) e ai progressi terapeutici.
A Lodi l’avamposto del sistema diagnostico nell’ambito del tumore della mammella è il servizio di Radiologia Senologica. La struttura opera all’Ospedale Maggiore, ma anche – con alcune sedute settimanali - presso i presidi di Codogno e Sant’Angelo. La sua attività comprende mammografie, ecografie mammarie, biopsie e visite senologiche, in collaborazione con i chirurghi nella condizione di richiedere approfondimenti diagnostici.
Come è noto le donne interessate agli screening promossi dall’ATS sono comprese fra i 45 e i 75 anni: in questa fascia d’età, infatti, c’è maggiore prevalenza dei casi di tumore. “Ciò nondimeno – spiega Laura Rossi, radiologa senologa dell’ASST – è raccomandabile che anche le donne under 40 si sottopongano a test diagnostici mammari, almeno ogni uno e due anni, soprattutto in caso di familiarità della patologia”.
Nel 2024 sono state 8.437 le mammografie eseguite dal servizio per quanto riguarda i programmi di screening: 3.488 all’Ospedale di Lodi, 2.691 a Sant’Angelo e 2.258 a Codogno. Le prestazioni complessive sono state invece, sempre nel 2024, oltre 36.500.
Se i radiologi accertano qualche criticità si richiamano le pazienti per i necessari approfondimenti, con un ulteriore test ecografico e una mammografia con tomosintesi ovvero una mammografia 3D che consente di visionare e indagare la mammella in tutto il suo spessore e una accuratezza superiore all’esame tradizionale. Se il sospetto persiste nella stessa seduta si esegue una biopsia.
«Se l’esito diagnostico è quello che nessuno vorrebbe sentirsi riferire – ricorda Laura Rossi – si apre uno scenario in cui la donna è orientata e presa in carico in ogni passaggio che connoterà il suo trattamento terapeutico e i successivi controlli».
Di lei si occuperà un team di sanitari composto da validi specialisti che afferiscono a diverse discipline: il radiologo senologo, il chirurgo, l’oncologo, l’anatomopatologo, il radioterapista, il chirurgo plastico. Insieme proporranno alla paziente il percorso terapeutico più indicato e più efficace per affrontare al meglio la propria malattia. Una squadra di donne e uomini che l’accompagnerà e non la lascerà mai sola durante il trattamento e il follow up. Vale la pena ricordare che AGENAS, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, ha promosso a pieni voti, nell’ultima sua indagine, nel 2024, l’opera e i risultati di questa équipe.
La sfida più imminente per gli operatori della Radiologia Senologica è la mammografia con il mezzo di contrasto, una tecnica diagnostica che sarà messa in campo a beneficio delle pazienti appena sarà installato il nuovissimo mammografo (la gara per l’acquisizione è già stata bandita). L’esame eviterà la Risonanza della mammella e consentirà di identificare più facilmente e velocemente la benignità o la malignità di eventuali noduli sospetti.