Lodi: nuovo protocollo per il procurement di organi e tessuti
Lodi: nuovo protocollo per il procurement di organi e tessuti
30 maggio 2025
Comunicato stampa
Si tratta della donazione a cuore fermo di polmone
Innovazione e salto di qualità per il COP, il Coordinamento Ospedaliero di Procurement di Organi e Tessuti dell’ASST di Lodi. Come noto, gli operatori impegnati nel Coordinamento svolgono compiti di tipo clinico, assistenziale, organizzativo, informativo e amministrativo inerenti il complesso processo della donazione di organi e tessuti e sono in prima linea nel promuovere la sensibilizzazione e la cultura, tra il personale sanitario e sul territorio, tra la popolazione, intorno al tema della donazione.
È recente l’acquisizione di un protocollo e di una procedura che rappresenta per il Coordinamento di Lodi - sottolineano Leonardo Castellazzi, terapista intensivista dell’Ospedale Maggiore, Responsabile Medico del COP dal novembre dello scorso anno, e Matilde Riboldi, Infermiera di Coordinamento - un significativo passo in avanti.
“Da poco – spiegano – anche a Lodi è, infatti, possibile l’attivazione e la gestione del potenziale donatore a cuore fermo di polmone. La procedura è stata valutata e utilizzata nei giorni scorsi, in un caso, anche se non ha avuto esito positivo per l’opposizione dell’avente diritto. Ciò nondimeno abbiamo dimostrato e confermato che è possibile, con il coinvolgimento degli infermieri e dei medici di strutture come il Pronto Soccorso, l’Anestesia e Rianimazione, la Radiodiagnostica, il Laboratorio, le sale operatorie. E’ la prima volta che succede a Lodi: un buon segno per tutti, per la struttura e l’organizzazione ospedaliera”. Per l’occasione è arrivata all’ASST e al COP una lettera di encomio e di apprezzamento, da parte del Coordinamento Regionale lombardo di procurement di Organi e tessuti.
“C’è ancora tanto da lavorare per far crescere nei nostri ospedali e sul territorio la cultura della donazione, per far elaborare consapevolmente la decisione di donare: un atto di generosità e solidarietà – ribadiscono Castellazzi e Riboldi – che salva vite, che consente a malati, con patologie che richiedono un trapianto d’organo, di avere un’altra opportunità, un’altra chance di vivere una vita piena”.
Nello scorso anno sono stati 4 gli accertamenti di morte con criteri neurologici: 2 si sono conclusi con un esito positivo e l’espianto di fegato: negli altri 2 i familiari aventi diritto si sono opposti alla donazione.
Un centinaio le donazioni di cornee; otto i donatori di epifisi femorali su 24 protesi d’anca impiantati in elezione (16 non sono risultate idonei).
Molte sono le iniziative messe in campo sul territorio e nelle scuole con AIDO, l’Associazione Donazione Organi, e anche in ospedale con gli operatori sanitari e non. Prosegue , altresì, l’attività dei punti di raccolta delle dichiarazioni di volontà in merito alla donazione di organi e tessuti presso il Servizio Accoglienza degli ospedali di Lodi e Codogno.
Vale la pena ricordare che si esprime la volontà di donare anche al momento del rilascio o del rinnovo del documento di identità. “Certo, sarebbe necessario dotare di più strumenti che deve accertare, presso gli uffici anagrafe dei Comuni, la dichiarata volontà di donazione”, avvertono Castellazzi e Riboldi. Si badi, però: può essere sufficiente anche una semplice dichiarazione su carta ibera, completa di tutti i dati personali, datata e firmata.
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Le condizioni per la donazione d’organo in Italia sono tra le più rigorose e garantiste in Europa. Principalmente è l’accertamento di morte cerebrale ovvero la cessazione irreversibile di tutte le funzioni cerebrali che può dare il via alla procedura di donazione. L’accertamento avviene attraverso una valutazione clinica e strumentale da parte di una commissione medica. La legge prevede un periodo di osservazione non inferiore a 6 ore per confermare la morte cerebrale.