Uno studio sullo stigma dei professionisti della salute nei confronti degli utenti con patologia psichiatrica
Uno studio sullo stigma dei professionisti della salute nei confronti degli utenti con patologia psichiatrica
02 September 2025
Comunicato stampa
Interessati circa 1.500 operatori dell’ASST di Lodi, impegnati nell’area del comparto e della dirigenza medica
Il questionario è stato già diffuso e ha raggiunto tutti i destinatari: il personale sanitario e assistenziale, del comparto e della dirigenza medica dell’ASST, circa 1.500 operatori. Ad essi si chiede di aderire all’iniziativa - in forma assolutamente volontaria e anonima - rispondendo alle domande poste dal documento (per la compilazione basta una decina di minuti).
Si tratta di una indagine promossa dalla Direzione Aziendale delle Professioni Sanitarie e Sociosanitarie (DAPSS), condivisa con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze diretto da Giancarlo Cerveri, finalizzata a raccogliere informazioni sullo stigma della malattia mentale tra i professionisti della salute.
Responsabile della ricerca è Stefano Maiandi, direttore della sezione di Lodi del Corso di Laurea in Infermieristica dell’Università degli Studi di Milano.
«Lo stigma - spiega - è un processo caratterizzato da stereotipizzazione, pregiudizio, emozione negativa. È generato da ignoranza o scarsa informazione e falsa credenza nei confronti di condizioni che sono vissute come diverse e devianti e che comunque non si comprendono». Il disturbo psichiatrico è una di queste condizioni.
«Le persone con malattie mentali – aggiunge Maiandi – vengono spesso percepite come pericolose, imprevedibili o incapaci di integrarsi; della loro patologia quasi ci si vergogna e si ha paura. E questo riguarda la popolazione generale. Tuttavia numerosi studi hanno evidenziato che lo stigma coinvolge e interessa anche gli operatori sanitari che sono spesso coloro che dovrebbero fornire il supporto principale, rispondere alla domanda di salute di donne e uomini particolarmente vulnerabili».
Questo dato non solo rende più difficoltoso il processo di trattamento, ma può anche influenzare negativamente l’efficacia dei servizi di salute mentale.
Il problema riguarda, in modo particolare, non tanto la presa in carico del malato con patologia mentale da parte dei servizi psichiatrici quanto contesti in cui il malato con disturbi della condotta comportamentale, necessita di una risposta di salute che non coinvolge la psiche e magari viene ricoverato in setting non abituati a gestirlo.
Lo studio promosso dalla DAPSS ha finalità di ricerca ed è osservazionale e si limiterà a stimare quanto diffuso è il fenomeno che in precedenza non è stato mai indagato.
«L’obiettivo – sottolinea il responsabile dello studio – è mettere in campo, se necessario, interventi migliorativi e formativi per sviluppare e consolidare adeguate competenze e maggiore consapevolezza tra gli operatori».
I risultati statistici della ricerca potranno essere pubblicati in forma di articolo sulla letteratura scientifica.