Ospedale Maggiore di Lodi: l’intelligenza artificiale in Terapia Intensiva
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Ospedale Maggiore di Lodi: l’intelligenza artificiale in Terapia Intensiva
02 April 2025
Comunicato stampa

Una innovazione nella gestione dell’insufficienza renale nei pazienti critici
Carmine Votta si è specializzato al San Raffaele, ospedale in cui ha lavorato per qualche anno prima di approdare a Lodi, al Maggiore, presso la struttura di Anestesia e Rianimazione diretta da Gianluca Russo. È impegnato, prevalentemente, in terapia intensiva: qui opera con il supporto di un esclusivo strumento di intelligenza artificiale, ritrovato del lavoro di una startup incubata presso il Politecnico di Torino.
Di che si tratta? «L’insufficienza renale acuta – spiega Votta – è una delle complicanze più gravi nei pazienti ricoverati in terapia intensiva, con una incidenza che può superare il 40%. Questa condizione – aggiunge - non solo aumenta significativamente il rischio di mortalità ma comporta anche costi sanitari elevati». A volte, in casi di estrema gravità, è necessario un trattamento di dialisi del paziente per stabilizzarne il quadro clinico e recuperarne la funzione renale. Altre volte il danno è irrecuperabile, con l’organo seriamente compromesso.
Di qui l’idea di sviluppare una piattaforma basata sull’intelligenza artificiale per la predizione e il trattamento precoce dell’insufficienza renale acuta che rafforza e aiuta l’attività clinica dell’intensivista.
«Grazie alla nuova tecnologia – continua lo specialista dell’Ospedale di Lodi – si riesce a valutare una serie di parametri, elaborare i valori nel loro insieme, accertandone l‘eventuale alterazione, predire il peggioramento della situazione e anticipare le linee del trattamento e della gestione terapeutica del paziente».
La piattaforma sfrutta algoritmi avanzati di machine learning per analizzare in tempo reale valori quali, ad esempio, la quantità di urina prodotta, la creatinina, la pressione sanguigna, la glicemia, la funzione cardiaca e lanciare alert precoci ai medici. «Il sistema cioè - sottolinea Carmine Votta – è in grado di riconoscere pattern predittivi di insufficienza renale prima che i sintomi si manifestino in modo conclamato». Di più: «Questa capacità di previsione – osserva ancora Votta - consente a noi clinici di adottare strategie terapeutiche mirate e tempestive con l’obbiettivo di ridurre la progressione della malattia, migliorare la prognosi del paziente e abbattere i costi sanitari legati a trattamenti più invasivi come la dialisi».
La Terapia Intensiva di Lodi ha cominciato ad “addestrare” il software di intelligenza artificiale un paio di anni fa. Poi, dopo una prima fase di sperimentazione se ne è accertata la piena attendibilità. Oggi lo si utilizza puntualmente.