Ospedale di Lodi: l’appeal della Chirurgia Plastica
Ospedale di Lodi: l’appeal della Chirurgia Plastica
14 October 2025
Comunicato stampa
Numeri in forte crescita, con pazienti che provengono anche da fuori provincia e regione
Due anni fa un intervento eccezionale su una giovane donna affetta da gigantomastia severa, da cui derivavano una deformità della colonna vertebrale, attacchi di emicrania e grave difficoltà deambulatoria. Si era così resa necessaria una riduzione del volume del seno, con l’asportazione di una massa mammaria di 9 kg.
Poco prima l’intervento su un uomo di Pavia affetto da un serio elastofibroma gigante, per cui rischiava l’amputazione dell’arto inferiore: nessun centro ospedaliero, allora, voleva operarlo e trattarlo.
Sono solo alcuni eventi, fra gli altri, che hanno segnato l’evoluzione dell’attività della Chirurgia Plastica, all’Ospedale Maggiore di Lodi.
La struttura diretta da Omar Jaber ha registrato negli ultimi tre anni, in particolare, numeri da “capogiro”, ogni anno in costante crescita. Nel 2024, 726 pazienti ricoverati (in regime di ricovero ordinario e in day surgery); 4.771 prestazioni ambulatoriali (erano state 4.684 nel 2023). E soprattutto 1.148 interventi in sala operatoria (contro i 1.008 dell’anno precedente) con diversi livelli di complessità e per differenti patologie. I dati di questi mesi del 2025 fanno intuire un ulteriore incremento dei volumi d’attività.
I numeri parlano da soli, ma il trend di crescita interessa anche l’appeal della struttura in provincia e fuori provincia. Il richiamo dell’unità operativa che impegna 4 giovani chirurghi (compreso Jaber, 42 anni) va ben oltre i confini del lodigiano: pazienti arrivano anche dal sud Milano, dal piacentino, dal pavese e dal cremonese.
«La nostra équipe - ci tiene a sottolineare il primario - esegue, con particolare interesse e competenza, oltre ad interventi più di routine, ricostruzioni complesse delle strutture del volto, del cuoio cappelluto e del collo con l’utilizzo delle tecniche di trapianto autologo e quelle che richiedono l’impiego della chirurgia rigenerativa».
Altre aree di eccellenza sono il trattamento del melanoma cutaneo e la chirurgia della mammella (ipertrofia mammaria, malformazioni, asimmetrie).
«La nostra – ricorda Jaber – è l’attività di riferimento della senologia: siamo parte integrante della Breast Unit (l’unità multidisciplinare che si occupa della cura del tumore al seno), impegnati nella ricostruzione della mammella post-mastectomia con l’utilizzo di tecniche retro e pre pettorali protesiche».
La Chirurgia Plastica di Lodi ha fatto proprio in questi anni il progetto “follow me” che prevede che sia l’Ospedale a proporre e bloccare le date per tutte le prestazioni di controllo post intervento previste dal piano terapeutico, con la presa in carico del paziente a trecentosessanta gradi.
Infine, vale la pena ricordare che la struttura del Maggiore ha sottoscritto una convenzione con la scuola di specializzazione di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica dell’Università degli Studi di Milano per la collaborazione in attività didattiche e di tutoraggio chirurgico per gli specializzandi della scuola.
«Sono davvero grato – dice Guido Grignaffini, Direttore Generale dell’ASST – a Omar Jaber, al team di medici e infermieri che collaborano con lui, per l’attività svolta: rappresenta una tessera importante dell’offerta di salute dei nostri ospedali. E sottolineo – aggiunge il Direttore Generale – la competenza e capacità professionale degli operatori della struttura che ne sviluppa e ne consolida, giorno per giorno, l’attrattività».
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