Ospedale di Lodi: il neo primario di Urologia presentato ai medici di medicina generale del territorio
Ospedale di Lodi: il neo primario di Urologia presentato ai medici di medicina generale del territorio
24 September 2025
Comunicato stampa
È Giacomo Piero Incarbone: prenderà servizio al Maggiore il prossimo 16 ottobre
È stato presentato, ieri, martedì 23 settembre, a Lodi, all’incontro con i medici di medicina generale dell’Alto Lodigiano; il 25 settembre sarà a Codogno con quelli del Basso Lodigiano. È Giacomo Piero Incarbone il nuovo primario dell’Urologia dell’Ospedale Maggiore. Prenderà servizio presso il nosocomio del capoluogo il prossimo 16 ottobre.
Il neo direttore della Struttura dell’ASST si è laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Milano. Ha studiato per un certo periodo anche all’University of California e presso il San Francisco General Hospital. Si è poi specializzato in Urologia presso l’Università degli Studi di Parma.
Prima di arrivare a Lodi Incarbone ha operato presso l’ASST Sacco Fatebenefratelli di Milano e, in precedenza, all’Istituto Europeo di Oncologia e all’Azienda Unità Sanitaria di Piacenza.
Il primario si è occupato e si occupa, fra l’altro, del trattamento mini invasivo di patologie oncologiche e di chirurgia demolitiva e ricostruttiva. In sala operatoria utilizza la metodica laparoscopica, endoscopica e a cielo aperto. Interviene anche con il sistema robotico “da Vinci” per operazioni di media/bassa e alta complessità. Ha al suo attivo, complessivamente, oltre 4.500 interventi.
Incarbone è stato docente presso la Scuola di Specialità di Urologia dell’Istituto Humanitas di Rozzano: oggi è tutor presso la Scuola di Specialità dell’Università degli Studi di Milano. Il nuovo primario di Lodi ha partecipato, come relatore, a diversi congressi ed è autore di significativi articoli scientifici apparsi sulle più autorevoli riviste mediche.
“Il mio impegno – spiega Incarbone – è valorizzare lo spirito d’équipe della struttura e le competenze specifiche di ciascun medico che opera nell’unità operativa”.
Punterà soprattutto (ma non solo) sul trattamento più appropriato della patologia oncologica (ad esempio, il tumore del rene, della vescica, della prostata)
“Inoltre vorrei mirare molto – aggiunge - sulla creazione di percorsi diagnostici per singole patologie in modo che il paziente possa contare su un iter programmato terapeutico (dalla chirurgia alla riabilitazione post operazione), gestendo anche le eventuali conseguenze”.
Da una decina d’anni, ricorda il neo primario, tutti gli interventi “che possono essere eseguiti in modalità mini invasiva, li opero in laparoscopia che, come noto, riduce il dolore e consente al paziente un recupero più veloce”.