Verso la Giornata Mondiale Senza Tabacco del 31 maggio 2024, ecco perché è importante smettere
Verso la Giornata Mondiale Senza Tabacco del 31 maggio 2024, ecco perché è importante smettere
20 May 2024
Campagna informativa

Per accedere al Centro Antifumo dell’ASST di Lodi è sufficiente la prenotazione telefonica (0371/374537), non è necessaria l’impegnativa del medico curante e basta il pagamento del solo ticket. In occasione della Giornata Mondiale Senza Tabacco, venerdì 31 maggio 2024, la dottoressa Concettina Varango - Direttore SC Servizio Dipendenze e Responsabile del Centro Antifumo ASST Lodi - sarà disponibile telefonicamente per una consulenza dalle 11 alle 13.
Il fumo è la prima causa di morte in Italia. Più delle malattie cardiovascolari, più dei tumori della sfera genitale, sia maschile che femminile, più delle malattie degenerative legate all’età. Purtroppo il fumo è anche la causa di alcune patologie neonatali, perché molte, troppe, donne in gravidanza e durante l’allattamento fumano. Nel mondo il tabacco provoca più decessi di alcol, Aids, droghe, incidenti dei mezzi di trasporto e criminalità. ll fumo influenza negativamente diverse funzioni biologiche. Innanzitutto altera il sistema respiratorio e comporta un’alterazione dello scambio gassoso con conseguente peggioramento dell’ossigenazione.
Da questi due aspetti dipendono molte delle patologie, anche tumorali, provocate dal fumo nel medio e lungo periodo. Uno studio del Center for Disease Control and Prevention americano (Cdc) afferma su dati certi che “il fumo può causare tumori quasi ovunque”, non solo all’apparato respiratorio. Gli organi e gli apparati più a rischio, oltre ai polmoni, sono l’intestino, in particolare colon e retto, l’esofago, i reni, la laringe, il fegato, il pancreas, lo stomaco, dove finisce la gran parte dei residui del fumo assieme ai polmoni, la trachea e i bronchi. Ben il 91% delle morti per cancro ai polmoni e del 55% delle donne è causato dal fumo. Purtroppo il tabagismo crea una dipendenza sia psicologica che farmacologica (legata alla nicotina), infatti nonostante in Italia sono molti gli ex fumatori, stimati in circa 12,5 milioni (di cui 7,9 uomini e 4,5 milioni donne), pur essendo aumentati i tentativi di smettere di fumare, bisogna tenere conto che l’80% di chi ha fatto un tentativo, ha fallito. Altro dato allarmante è l’aumento del fumo tra i giovani, confermato da una ricerca condotta, recentemente, sui giovani studenti italiani, ha dimostrato che circa il 23,4 % di questi, ha l’abitudine di fumare, con l’aggravante che il 7,6 % dei giovani intervistati fuma tutti i giorni. Quanto incide il fumo sulle malattie e sulle cause di morte? Una morte su tre, tra i 35 e i 65 anni deriva da patologie oncologiche prodotte dal fumo. Praticamente il 30% dei decessi è causato dal fumo! Un altro effetto importante che molti sottovalutano è l’invecchiamento precoce. Fumare accelera in maniera decisa il processo di degenerazione cellulare. Così come non sono da sottovalutare gli effetti sul cervello e sulle attività cerebrali. Secondo il Ministero della Salute “il vizio del fumo, se protratto per lungo tempo, aumenta notevolmente il rischio di un declino mentale”. Può incidere negativamente, inoltre, nei rapporti sociali. Pensate al cattivo odore dell’alito, così come il colorito dei denti e per i grossi fumatori, il fumo che “impregna” gli ambienti, gli indumenti, possa provocare fastidio ed incomprensione nei conviventi o in quelli con cui ci relazioniamo. Il dato allarmante è l’aumento della diffusione del fumo tra i giovani ed in particolare le donne, che non interrompono di fumare neanche in gravidanza e durante l’allattamento.
Il tabagismo, come le dipendenze in genere, evidenzia una relazionalità compromessa, un funzionamento emotivo precario che trova il proprio sfogo attraverso la sigaretta: non solo l’elemento neurofisiologico della nicotina, infatti, ma tutto il pool comportamentale, sociale, rituale che accompagna i momenti di fumo.
Quando si parla di tabagismo non ci si riferisce ad un semplice “vizio”, ma ad una dipendenza vera e propria. Il vizio è un atteggiamento comportamentale che si può cambiare con facilità, la dipendenza ha la stessa complessità di una malattia, poiché obbliga l’individuo ad assumere una sostanza in modo compulsivo e irrefrenabile, nonostante si renda conto del danno che può derivarne.
Il tabagismo è un fenomeno complesso, determinato da una dipendenza fisica e psicologica, tra loro concatenate, e ulteriormente esacerbato da fattori “trigger” ambientali (dopo i pasti, dopo il caffè al mattino, durante periodi di stress…). Esistono da tempo prove scientifiche che un’alimentazione sbagliata, il fumo e l’abuso di alcool costituiscano fattori di rischio causali per moltissime malattie cardiovascolari, tumorali, respiratorie, dismetaboliche e di altro genere.
Smettere di fumare rappresenta un essenziale intervento di prevenzione, ma non è facile. La nicotina, infatti, determina dipendenza fisica, e la sua mancanza provoca sintomi da astinenza (craving, insonnia, irritabilità, ansia, cefalea, difficoltà di concentrazione). Inoltre, una vera e propria dipendenza psicologica lega il fumatore alla sigaretta, una “compagna” senza la quale non si riesce ad affrontare la vita quotidiana.
Infine esiste la dipendenza sociale dalla sigaretta, che vuol dire cedere alla pressione di gruppo, alla pubblicità, alle apparenze e alla necessità di “crescere in fretta”. Il “terreno fertile”, ovvero la fascia di popolazione più semplice da “iniziare al fumo” sono i giovani, tra i 14 e 17 anni, certamente più inclini e fragili nei confronti del marketing delle multinazionali del tabacco.
Per tutti questi motivi, quando una persona decide di smettere di fumare, deve essere determinata a cambiare il proprio stile di vita. Non basta cessare l’uso delle sigarette, occorre comprendere il motivo che spinge a “risolvere” con la sigaretta le ansie e i disagi cui ognuno è esposto. L’uso corretto di terapia farmacologica, che controlla le crisi di astinenza, ed un adeguato counselling, che aiuta a modificare il proprio stile di vita, risultano essere la migliore soluzione per ottenere la disassuefazione da tabacco.
In un Centro Antifumo vengono valutate le caratteristiche personali di ogni fumatore, allo scopo di strutturare un intervento personalizzato e specifico.
Per smettere di fumare puoi rivolgerti al Centro Antifumo dell’ASST di Lodi che opera nel settore a partire dal 2006. Il Centro Antifumo dell’ASST di Lodi, in questi anni, oltre ad incontrare numerosi tabagisti si è fatto anche promotore di iniziative sulla prevenzione e nella disassuefazione da fumo per diversi stabilimenti come l’Unilever, la Galbani e la Centrale termoelettrica di Tavazzano e Montanaso.
L’ASST di Lodi aderisce alla Rete Promozione della Salute nei Luoghi di Lavoro (WHP) avviando e supportando nel tempo azioni sostenibili in tema di promozione di stili di vita sani per tutto il personale, attuate attraverso una serie di “piccoli passi” coerenti con l’obiettivo di guadagno di salute. Area di intervento prioritario: contrastare l’abitudine tabagica. Una delle aree di intervento riconosciute come prioritarie nell’ambito dei programmi di promozione della salute è la prevenzione e il contrasto all’abitudine tabagica, l’avvio dei fumatori a corretti ed efficaci metodi di disassuefazione, il loro supporto nella fase di follow-up e la prevenzione delle eventuali “ricadute”.
Contenuto a cura della dottoressa Concettina Varango
- Locandina giornata antifumo 31_5 ASST Lodi.jpg - jpg 60KB
- App Isola dei Fumosi.pdf - pdf 365KB